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martedì 29 novembre 2011

Visita al Museum of London Docklands


Dopo aver abbandonato i giganteschi e luminosi palazzi di Canary Wharf mi ritrovo nei pressi di una darsena con alcune barche a vela parcheggiate (che in realtà non sono altro che ristoranti) e un museo.

Mi trovo nel West India Quay, una zona dell'Isle of Dogs dove nel passato venivano immagazzinati i prodotti importati (o depredati??) dalle Indie occidentali, come il tè, lo zucchero e rum.

Nel 2003 uno di questi edifici è stato utilizzato per realizzare il Museum of London Docklands.

Visito i due piani del museo "intrisi" di storia che va dall'epoca coloniale ad oggi passando per la 2° guerra mondiale.

La visita si sviluppa attraverso un percorso cronologico in cui viene raccontata, grazie anche a supporti video, la storia di Londra e della Gran Bretagna avendo come punto di riferimento il fiume Tamigi e i Docklands.

Dopo aver girovagato tra gli alti, grandi e illuminati palazzi del potere bancario e finanziario di Canary Wharf in questi locali ritrovo un senso di "umanità".

Nella parte inziale si racconta l'epopea del colonialismo inglese, fatto di conquiste territoriali, depredamento delle risorse locali e malefatte nei confronti delle popolazioni locali.

Una storia di violenza, di schiavismo, il tutto in funzione dell'arricchimento dell'impero inglese.

La stessa identica storia vissuta dagli altri imperi coloniali europei, dalla Spagna al Portogallo, dall'Olanda alla Francia.
L'epopea della cosidetta "Europa civile" che ruba risorse con la violenza e uccide o rende schiavi interi popoli cosiddetti "selvaggi".

Questa è certamente la zona del museo, posizionata al terzo piano, che più mi fa riflettere e che non mi rende certamente fiero di appartenere a quel mondo che si è sempre auto-considerato "civile".

Piccolo aneddoto.

All'ingresso vengo accolto da una guida italiana, che mi consegna una guida e mi spiega come è strutturato il museo.
Chiedo se si possono fare foto e video e mi dice che non ci sono problemi, l'importante è non usare flash.

Inizio a riprendere e un ragazzo mi dice che non si possono fare videoriprese.
Faccio notare che la ragazza all'ingresso mi aveva detto che non c'erano problemi ... niente da fare, per lui non posso usare la telecamerina mentre fare foto è possibile.

E vabbè .. proseguo utilizzando solo la fotocamera del mio smartphone Galaxy S.
Vedo il ragazzo confabulare con una donna che presumo essere una responsabile del museo, mi si avvicina nuovamente e mi dice che posso fare le videoriprese.

Un pò infastidito allargo le braccia e in italiano gli dico ironicamente "vabbè però cerca di prendere una decisione chiara".

Ovviamente non capisce, fa le spallucce e se ne va.
Ed io torno indietro e riprendo il percorso storico, stavolta con l'ausilio della mia fedele videocamera.

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Tutte le 57 foto realizzate all'interno del Museum of London Docklands sono state pubblicate su Facebook nella pagina fans "Londra. Notizie, foto, video e informazioni"
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lunedì 28 novembre 2011

Canary Wharf, un tempo isola dei cani, oggi covo di sciacalli


Dopo aver trascorso una intera mattinata a Canary Wharf mi sono posto una domanda: per quale motivo un turista ma anche un residente londinese dovrebbe recarsi in visita in questa località londinese?

La risposta viene spontanea: nessun motivo ragionevole.

Canary Wharf non è altro che un insieme di grandi palazzi occupati in prevalenza dalle maggiori banche e istituti finanziari mondiali.

Il mio occhio non ha notato nulla di esteticamente pregevole e in effetti in un palazzone alto decine e decine di metri non può esserci nulla di bello dal punto di vista architettonico.

Girovagando tra quei palazzi provo una sensazione interiore di "ripulsione" ... percepisco quegli edifici come dei "covi di sciacalli" che per conseguire arricchimenti affamano i popoli, speculano finanzariamente sulle nazioni in difficoltà e condizionano l'economia del mondo.

Avevo letto la storia di Canary Wharf su Wikipedia, ero al corrente che questo quartiere è oggi diventato un concorrente della City.

Ho approdato in questo quartiere di Londra lontano dal centro londinese avendo bene in mente cosa avrei potuto trovare ... ma come spesso accade la realtà supera di molto la fantasia.

A dispetto dei suoi palazzi ricchi di vetrate e iper-illuminate non me l'aspettavo così triste ... così poco umano.

Le uniche persone che si intravedono sono gli "incravattati" con giacca al seguito che sostano fuori da questi palazzoni intenti a fumare o a sorbirsi un caffè, pochi di essi colloquiano con altri colleghi.

Li osservo.

Apparentemente hanno un aspetto umanoide ma so che è solo apparenza: sono delle sanguisughe mimetizzate il cui unico intento è quello di fare soldi in maniera spregevole.

La seconda categoria di persone che popola Canary Wharf è composta dai vigilantes degli edifici finanziari: Credit Suisse, HSBC, Citigroup, Lehman Brothers, Morgan Stanley, Bank of America e Barclays.

Gli unici luoghi "umani" sono i locali dove gli sciacalli ... pardon ... i lavoratori del settore "banca e finanza" si riuniscono per pasteggiare un pasto o bere una bevanda calda.
Ristoranti o bar eleganti e raffinati dove poter concludere affari e ... "malaffari".

Ho visitato diverse volte la City, l'altro e più importante (e conosciuto) quartiere finanziario londinese, e non ho mai avuto l'impressione di trovarmi a disagio.

La City è un quartiere più "umano", più vivo sicuramente anche grazie alla presenza di tanti negozietti che vendono generi alimentari, piccoli bar o pub probabilmente meno eleganti di quelli visti a Canary Wharf ma certamente più "caldi".

La City è un quartiere più vivibile anche dal punto di vista turistico grazie alla presenza, nelle vicinanze, di importanti siti o monumenti ma soprattutto perchè "collocato" nella città di Londra ... a differenza di Canary Wharf, una zona distaccata da Londra e relegata in quella che anticamente era definita "isola dei cani" e che io in questo mio scritto ho ribattezzato "isola degli sciacalli".

Mi sono sentito "oppresso" e poco libero di muovermi come un turista dal momento in cui sono uscito dalla stazione della metropolitana.
Ho fotografato dall'esterno la metropolitana e i palazzi intorno e un solerte poliziotto mi si avvicina e mi dice che è proibito fotografare gli edifici bancari per ragione di sicurezza.
Mi sembra alquanto esagerato, una disposizione da stato comunista.

Avrei voluto chiedergli del perchè nella City i palazzi finanziari e bancari si possono tranquillamente fotografare o videoriprendere e a Canary Wharf è vietato ... ho preferito fare buon viso a cattivo gioco.

Inzio il giro tra questi tetri edifici così troppo grandi e troppo falsamente luminosi e riprendo a fotografare .. non faccio in tempo a scattare una foto che alle spalle mi appare un vigilantes il quale mi ripete nuovamente che non posso fotografare e stavolta vuole anche vedere cosa ho fotografato.

A questo punto inizio una sfida con me stesso: fotografare lo stesso questi palazzi a prescindere dai loro stupidi e poco comprensibili divieti ... ben consapevole di essere comunque sotto stretta sorveglianza delle innumerevoli telecamere di sicurezza ... della loro sicurezza.

Cosa ci sarà mai di così pericoloso per la loro "security" il fotografare palazzi le cui immagini appaiono già su giornali, riviste, depliant e centinaia di volte su internet?


Penso di essere dotato di un notevole senso di rispetto delle regole ... ma solo delle regole che ritengo giuste e se mi si vuole imporre delle regole che non condivido ... allora cerco in tutti i modi di non rispettarle .. di proposito.
Come quando vedo un museo o una chiesa in cui è vietato fotografare ... la vivo come una provocazione e come tale reagisco ... fotografando.

Girovagando e fotografando di nascosto manco fossi in un regime comunista ad un certo punto mi si apre uno spiraglio di luce: mi appare all'orizzonte un museo: il Museum of London Docklands.
E tra le sue stanze ritrovo la mia "serenità" e il piacere di essere un turista che cerca anche "cultura, sapere e conoscenza".

La conoscenza storica e architettonica di un monumento o di un luogo turistico o la cultura che può dare un museo.

Giro le spalle ai palazzi bancari "troppo" grandi e esageratamente luminosi abitati da sciacalli e sanguisughe ed entro nel Museum of London Docklands abbandonandomi alla dolce effusione che solo "cultura, sapere e conoscenza" può dare.


Ed è questo il turismo che piace a me ... e alla mia telecamera e alla mia fotocamera.
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Tutte le 34 foto realizzate a Canary Wharf sono state pubblicate su Facebook nella pagina fans "Londra. Notizie, foto, video e informazioni"
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martedì 22 novembre 2011

Una giornata di Shopping al Westfield Stratford City

Westfield Stratford City si trova ad est del centro di Londra, nel quartiere di Newham.

Il centro commerciale è stato inagurato il 13 settembre 2011 e nel giorno di apertura è stato visitato da circa 160.000 persone.

E' dotato di una una superficie totale di vendita di 1.883.700 metri quadrati ed è uno dei più grandi centri commerciali urbani in Europa.

Si si possono trovare 300 negozi, 70 ristoranti, 14 cinema, un bowling e casinò più grande del Regno Unito.
Sono presenti due grandi negozi (Marks & Spencer e John Lewis) e i negozi più presigiosi sono quelli dell'Apple, Hollister, Forever 21 e Foyles.

Attualmente è il terzo centro commerciale più grande del Regno Unito.

Prendendo in considerazione l'area commerciale circostante è il più grande centro commerciale urbano dell'Unione europea in termini di dimensioni.

Westfield Stratford City è adiacente al Parco olimpico di Londra.

Utilizzando una tecnologia innovativa, Westfield Stratford City è stato segnalato per essere il primo utilizzo su larga scala delle piastrelle Pavegen di sfruttare la energia cinetica di calpestio pedonale per generare energia elettrica utilizzabile.






















Tutte le 48 foto realizzate nel Centro Commerciale Westfield Stratford City sono state pubblicate su Facebook nella pagina fans "Londra. Notizie, foto, video e informazioni"