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domenica 26 gennaio 2014

British Museum di Londra ... il museo dei records


Google Gb il 15 gennaio 2014 ha dedicato il Doodle al 255esimo anniversario del British Museum
Nel 2013 ha battuto tutti i records precedenti.
E' stato visitato da ben 6.700.000 visitatori.
Il precedente record era del 2008 con 5,9 milioni di visitatori.
Il giorno del 2013 più trafficato è stato Venerdì 16 agosto con 33.848 visite.
Il mese più trafficato è stato luglio, con 747.936 visite.

La mostra "Vita e morte a Pompei ed Ercolano", che si è svolta da marzo a settembre 2013, è stata vista da oltre 471.000 visitatori e ha raggiunto il suo obiettivo di 250.000 visite dopo soli tre mesi.

Vi ho trascorso una intera giornata ... e fotografando e riprendendo quasi tutto con la telecamerina amatoriale tascabile alla fine della giornata mi sono reso conto che occorreva un'altra intera giornata per completare la visita.
Mi ero ripromesso di completare la visita e con essa il mio reportage fotografico e video ... spero di esaudire il mio desiderio nel 2014

Russell Square Station (linea Piccadilly) è una delle tre stazioni del metro dove si può arrivare per raggiungere il British Museum.

Le altre due sono: Tottenham Court Road e Holborn

Il British Museum ospita quella che probabilmente è la più grande collezionedi antichità al mondo, oltre che ad essere l'attrazione culturale più visitata in Inghilterra.

Fondata nel 1753 occupa questa sede dal 1823.

La Great Court è considerata la più grande piazza europea al coperto.
Coperta da una grandiosa cupola di vetro progettata dallo studio di Norman Foster la sua costruzione iniziò nel 1997 e fu portata a termine nel 2000 ed è ampia 19.000 metri quadri.

La struttura in acciaio sostiene 1.656 pannelli di vetro, tutti diversi per forma e dimensione.
Al centro della Great Court è la sala di lettura liberata dalla British Library, la Biblioteca Britannica, ora trasferita in un nuovo edificio.

Ginger è il nomignolo attribuito alla prima mummia Egiziana finora conosciuta, risalente al Periodo predinastico dell'Egitto, approssimativamente nel XXXIII secolo a.C.

La mummia, ritrovata in posizione fetale, fu soprannominata "Ginger" per via dei suoi capelli rossi, in onore dell'attrice americana Ginger Rogers, molto famosa all'epoca in cui avvenne la scoperta stessa.

Attualmente è custodita alla Room 64 del British Museum di Londra.

Ginger fu scoperta sepolta nel deserto sabbioso di Gebelein in Egitto in un sito dove le preesistenti condizioni possono naturalmente conservare un corpo mummificato, laddove il calore e la sabbia secca assorbirono l'acqua che costituiva il 75% del peso del corpo umano.
Grazie alla presenza batterica preesistente che rallentò la decomposizione, il corpo fu così conservato.

Dunque, si ritiene incerto se la mummificazione di Ginger fu intenzionale o dovuta ad eccezionali cause naturali. Comunque, poiché fu sepolta in vasi di ceramica è probabile che la mummificazione fu un risultato delle tecniche di conservazione messe a punto da coloro che la seppellirono.
Delle pietre possono essere state ammassate in cima alla tomba per scongiurarle il pericolo che il corpo fosse divorato dagli sciacalli ed altri animali necrofagi e le ceramiche potrebbero aver contenuto cibo e bevande le quali potevano essere conservate con il corpo per accompagnare il deceduto nel viaggio verso l'aldilà.

Nonostante le vistose macchie scure causate da più di 5000 anni di sepoltura sotto la sabbia del deserto, risulta evidente che durante la vita Ginger potrebbe aver avuto una pelle bianca o giallastra.

Nel British Museum è conservata in una tomba artificiale di sabbia, insieme alle ceramiche ed ad altri oggetti della sua vita che furono lì poste dai conservatori del museo per simulare la sua tomba e le condizioni originali in cui fu scoperta.

Qualcuno la ritiene contemporanea alla mummia di Ötzi.

La statua in marmo raffigurante la dea Afrodite (Venere) accovacciata al bagno fu realizzata nel IV° secolo aC dallo scultore greco Prassitele
La statua presente al British Museum è una delle tante raffigurazioni della dea Afrodite (Venere) presenti al mondo.

La Stele di Rosetta è una lastra in granito scuro di 114 x 72 cm, che pesa circa 760 kg.
La storia della stele è legata a Napoleone Bonaparte e alla campagna d'Egitto progettata per colpire il predominio britannico nel Mar Mediterraneo e aprirsi la strada verso le Indie.
La stele è esposta al British Museum dal 1802.

Essa riporta un'iscrizione con tre differenti grafie: geroglifico, egiziano demotico e greco (dall'alto in basso).
Poiché il greco era conosciuto, la stele offriva una chiave decisiva per poter procedere alla comprensione dei geroglifici, e ciò avvenne nel 1822 ad opera di Jean-François Champollion, mentre già Thomas Young aveva fatto i primi decisivi passi nella decifrazione.

Si tratta di un decreto emesso, in tre lingue diverse, in onore del faraone Tolomeo V Epifane (196 a.C.) in occasione del primo anniversario della sua incoronazione.
Il testo riporta tutti i benefici resi al paese dal re, le tasse da egli abrogate, e la conseguente decisione del clero di erigere in tutti i templi del paese una statua in suo onore, e statue d'oro da collocare accanto a quelle degli dei, e di indire festeggiamenti in onore del re.
Stabilisce inoltre che il decreto sia pubblicato nella scrittura delle parole degli déi (geroglifici), nella scrittura del popolo (demotico) e in greco.

Nel luglio del 2003 gli egiziani hanno chiesto la restituzione della Stele di Rosetta.
Il Dott. Zahi Hawass, Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità del Cairo ha dichiarato alla stampa: "Se gli Inglesi vogliono essere ricordati, se vogliono ripristinare la loro reputazione, dovrebbero restituire volontariamente la Stele perché è l'icona della nostra identità egiziana."

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